DA OGGI DIAGNOSI PIÙ EFFICACI PER MOLTE PATOLOGIE DELL’OCCHIO ALL’OCULISTICA DI MONTECCHIO M.
Grazie al biomicroscopio con fotocamera donato dalla Fondazione Silvana e Bruno
Un legame tra ospedale e territorio che si consolida. Una donazione che contribuisce a portare luce in un reparto dove la vista è tutto. Si potenzia così l’attività dell’Unità Operativa di Oculistica nell’ovest vicentino, con l’installazione all’ospedale di Montecchio Maggiore di un biomicroscopio con fotocamera, frutto di una donazione del valore di circa 15 mila euro da parte della Fondazione Silvana e Bruno. L’apparecchiatura, in linea con i più moderni standard tecnologici, viene applicata nella diagnosi di tutte le principali patologie o lesioni del segmento anteriore dell’occhio, quali problemi all’iride, alle cornee o alle palpebre ed è stata consegnata ufficialmente stamattina all’ospedale al Direttore Generale dell’Ulss 8 Berica Giovanni Pavesi dalla Presidente della Fondazione Silvana e Bruno Giovanna Mastrotto.
«Desidero esprimere alla Fondazione tutta la nostra riconoscenza per questa importante donazione – sottolinea il Direttore Generale dell’Ulss 8 Berica Giovanni Pavesi – che ci consentirà di assistere in modo ancora più efficace e completo i pazienti, ponendo l’Unità Operativa di Montecchio all’altezza dei migliori reparti di Oftalmologia. Ancora una volta dobbiamo riconoscere la grande sensibilità e generosità del territorio dell’Ovest Vicentino nei confronti delle strutture sanitarie locali».
Una donazione dal territorio per il territorio
Come anticipato, la nuova apparecchiatura è stata acquisita grazie a una donazione della Fondazione Silvana e Bruno: «Ringraziamo l’Unità di Oculistica, il dr. Pagliarusco, la dott.ssa Blarzino, la dott.ssa Radin e la Direzione Generale per aver accolto la nostra offerta – spiega la Presidente della Fondazione Giovanna Mastrotto -. Poter contribuire in maniera tangibile al miglioramento dell’assistenza in un ospedale del nostro territorio ci riempie d’orgoglio. La donazione di quest’apparecchiatura rappresenta un tassello importante per la Fondazione Silvana e Bruno che ha come scopo proprio quello di dare risposte concrete a bisogni sentiti nella comunità o nelle realtà strategiche che ne fanno parte, come in questa occasione con l’ospedale di Montecchio».
Ascoltare i bisogni per dare risposte concrete
«Tutto ha avuto inizio in occasione della cerimonia per la posa della prima pietra del nuovo ospedale – racconta il dott. Andrea Pagliarusco, l’oculista dell’ospedale che ha seguito tutte le fasi della donazione -: in quell’occasione sono stato avvicinato da Bruno Mastrotto, che mi ha manifestato la volontà di sostenere la nostra Unità Operativa e chiesto quale apparecchiatura poteva essere utile per integrare le dotazioni del reparto. Subito abbiamo pensato ad un biomicroscopio con fotocamera, proprio per le sue molteplici valenze sul piano della diagnosi e della gestione del rapporto con il paziente».
Grande soddisfazione dal nuovo Responsabile dell’Unità Operativa
A esprimere il proprio ringraziamento, a nome dell’Unità Operativa di Oculistica dell’Ovest Vicentino, è anche la dott.ssa Sandra Radin, da poco alla guida della struttura di Montecchio: «Credo che non ci sia modo migliore di iniziare una nuova avventura professionale in un nuovo reparto che festeggiare l’arrivo di una nuova apparecchiatura: voglio quindi unirmi anch’io ai ringraziamenti nei confronti della Fondazione, aggiungendo oltre a essere un gesto di grande generosità, questa donazione evidentemente è anche un attestato di stima e fiducia nei confronti dello staff dell’Oculistica di Montecchio Maggiore e nella bontà del lavoro svolto da chi mi ha preceduto».
I vantaggi del Biomicroscopio con fotocamera per favorire diagnosi precoci
“Rispetto alle apparecchiature fino a ieri in uso, la nuova dotazione presenta molti vantaggi, a partire da una maggiore capacità di messa a fuoco che consente di individuare anche lesioni di piccola entità. Il vantaggio principale, tuttavia, consiste nella possibilità di fissare in un’immagine il danno rilevato, potendola eventualmente archiviare, condividere con altri specialisti e mostrare anche al paziente: «In questo modo – spiega la dott.ssa Maria Chiara Blarzino, specialista dell’Unità Operativa di Oculistica dell’ospedale di Montecchio Maggiore – diventa molto più semplice innanzi tutto seguire l’evoluzione di una patologia nel tempo, grazie alla possibilità di confrontare l’immagine più recente con quelle acquisite in precedenza, per non parlare poi di eventuali consulti. Inoltre non è da sottovalutare anche un altro aspetto, anche sul piano psicologico: ora il paziente potrà vedere quello che vede l’oculista, e quindi la spiegazione della diagnosi al paziente sarà più semplice e allo stesso tempo più esaustiva. La maggiore potenza, infine, ci aiuterà a effettuare diagnosi più precoci e quindi a intervenire per tempo, quando il danno è ancora minimo e più facilmente curabile».
Una donazione che guarda al presente e al futuro dell’Ospedale
“Desidero ringraziare a nome di tutta la Fondazione Silvana e Bruno che qui rappresento l’Unità di Oculistica, il dr. Pagliarusco, la dott.ssa Blarzino, la dott.ssa Radin, il dott. Stopazzolo, la Direzione Generale e i sindaci presenti per aver accolto questa nostra offerta. Poter partecipare in maniera tangibile al miglioramento dell’assistenza in un ospedale del nostro territorio ci riempie d’orgoglio. Come Fondazione cerchiamo di ascoltare i bisogni della comunità nella quale siamo presenti e di tradurli, per quanto possibile, in risposte concrete. Ad Arzignano l’abbiamo fatto con due progetti: innanzitutto con il Parkinson Cafè per far incontrare tra loro i malati di Parkinson, perché sappiamo che dal confronto nasce sempre energia positiva; e poi con il progetto Doposcuola per i bambini della scuola primaria. Qui a Montecchio invece, abbiamo voluto contribuire al presente e al futuro dell’ospedale cittadino: al presente perché la strumentazione è già in uso in ospedale a beneficio di tutti i pazienti dell’Unità; al futuro perché quest’apparecchiatura con la sua tecnologia di ultima generazione sarà parte del nuovo Polo Ospedaliero di Arzignano-Montecchio Maggiore. Quindi grazie ancora a tutti voi per questa opportunità”.
All’ospedale di Montecchio Maggiore sono circa 3 mila ogni anno le diagnosi per le quali potrà essere impiegata la nuova apparecchiatura, grazie anche al parallelo acquisto di una seconda apparecchiatura con caratteristiche analoghe da parte dell’Ulss, potenziando così un reparto che effettua ogni anno circa 12 mila prestazioni.
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