Qui in alto da sinistra il Rettore dell’Università di Padova Prof. Rizzuto, Bruno e Giovanna Mastrotto, e il Prof. Antonini, direttore dell’Unità Parkinson presso la Clinica Neurologica dell’Azienda ospedaliera Università di Padova.
Tante gocce fanno un mare e se la goccia è un po’ più grande il bene che porta con sè si moltiplica.
È questo il senso della donazione che ha visto protagonista in quest’occasione Bruno Mastrotto, tra i fondatori della Fondazione Silvana e Bruno e del nostro Parkinson Café, che ha donato all’Unità Parkinson di Padova 154 mila euro che saranno impiegati per l’acquisto di un innovativo caschetto dedicato alla stimolazione elettrica e per supportare la ricerca per la cura della Malattia di Parkinson. Un’alleanza con l’Università ben accolta dal Rettore Prof. Rosario Rizzuto e dal Prof. Angelo Antonini, direttore dell’Unità Parkinson e Disturbi del Movimento di Padova presso la Clinica Neurologica dell’Azienda ospedaliera Università di Padova.
Conosco bene questa malattia e quanto sia necessario affrontarla in un’ottica non solo farmaceutica ma anche sistemica. Da un lato l’informazione ai pazienti e ai famigliari su come affrontare il Parkinson, che abbiamo cercato di stimolare con l’apertura del Parkinson Café, e dall’altro la ricerca, oggetto di questo progetto, sono aspetti fondamentali nella lotta a questa patologia. Sono certo che, grazie al lavoro di tutti gli attori coinvolti in questa iniziativa si potranno fare passi importanti per migliorare la qualità della vita di tante persone. Sarà questa per me la gioia più grande.
I contributi alla ricerca e a specifici progetti di ricerca di pionieri e mecenati, pratica in uso nel paesi anglosassoni ma in Italia ancora da sostanziarsi, sono di fondamentale importanza per costruire una vera e propria cultura di crescita tra mondo imprenditoriale e università che si traduce in formazione di specialisti, legame con il territorio e un’assistenza clinica di alto livello.
La nostra intenzione è di utilizzare l’importante donazione per acquistare uno strumento innovativo che consenta di stimolare le aree deficitarie nel Parkinson e contrastare in modo mirato il declino cognitivo. I nostri recenti studi ci dicono che esistono cambiamenti nelle connessioni cerebrali che possono essere corretti stimolando circuiti alterati in modo mirato. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita dei pazienti evitando che i deficit motorie cognitivi ne rieducano l’autonomia.
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