Se tra i sintomi del Parkinson nessuno si dimentica di citare tremori, rigidità, bradicinesia meno conosciuti forse sono alcuni effetti collaterali della malattia conclamata, come la perdita di motivazione verso qualunque attività.
Ne parla Stephen Bergenholtz dalla Michael J. Fox Foundation per raccontare come ha vissuto questa sensazione e soprattutto come è riuscito a capovolgere, a suo favore, la situazione attraverso piccoli cambi nelle abitudini di vita e di pensiero.
“Il Parkinson mi ha reso pigro, e mi sono trascinato in questa condizione per molti anni dopo la diagnosi. I livelli ridotti di dopamina influenzano non soltanto le mie abilità fisiche ma anche la mia motivazione a muovermi. Come potevo pensare di fare un esercizio fisico quando il vero problema era che non volevo fare nulla in assoluto?”.
Cambio di prospettiva
“La strategia che ho utilizzato è stata di non sforzarmi nel fare attività che dovevo fare per il mio benessere ma che non mi entusiasmavano. Al contrario ho iniziato a guardarmi intorno alla ricerca di qualcosa che mi piacesse sin dall’inizio indipendentemente del beneficio che poteva avere sulla malattia. Il piacere della nuova attività ovviava in qualche modo alla mia perdita di interesse e motivazione. E con mia sorpresa ho scoperto nuove attività che mi piacciono come giocare a biliardo, fotografare paesaggi, lanciare una palla con un amico o gettare sassi in un lago e osservarne i rimbalzi.
Farsi coinvolgere in nuove attività può essere divertente. E dopo qualche tempo l’effetto onda lunga si propaga anche ad altri ambiti non proprio appassionanti, come l’esercizio fisico regolare. La disciplina, ad esempio per me ha sempre avuto un’accezione negativa ma a pensarci bene non è altro che un ripetere con regolarità un’attività fino a che diventa anche piacevole.
Il passo successivo è stato mettere nero su bianco le attività che mi hanno aiutato maggiormente nella mia gestione del Parkinson, ho creato una lista e l’ho condivisa con gli amici con la malattia e nei vari gruppi di supporto:
“Gli 8 impegni del malato di Parkinson”
- Incontrerò regolarmente il mio neurologo, e seguirò i suoi consigli
- Non mancherò di assumere la terapia, terrò traccia di quanto mi succede e in caso di effetti collaterali ne parlerò con lo specialista
- Seguirò un programma personalizzato di esercizi, seguendo i consigli del medico e dell’istruttore
- Farò del mio riposo una priorità, facendo attenzione a ridurre i fattori che impediscono di passare una notte serena
- Adotterò un atteggiamento ottimista, cercando di combattere lo stress attraverso attività sane e divertenti
- Cercherò di essere sempre coinvolto con la famiglia, gli amici e i caregiver contrastando la tendenza a chiudermi e isolarmi
- Mi impegnerò in letture che potranno aiutarmi a mantenere una visione positiva aiutato anche dai valori in cui credo
- Mi impegnerò nella comunità Parkinson, dedicando tempo, talento o contribuendo anche economicamente
Ogni malato di Parkinson è unico e diverso dall’altro e la stessa cosa vale per l’esperienza con la malattia. Ciascuno avrà le sue particolari attività e di conseguenza i suoi impegni per vivere al meglio nonostante il Parkinson.
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