Di Parkinson si è parlato stamattina 7 maggio al Parkinson Cafè all’incontro “Vivere con il Parkinson: una convivenza possibile” organizzata dalla Fondazione Silvana e Bruno nello spazio di Arzignano in via Arciso Mastrotto. Tante le domande, i dubbi, i timori esposti dagli ospiti ai referenti scientifici del Parkinson Cafè il Dr. Michele Morra, Direttore dell’UOC di Neurologia dell’Ospedale di Arzignano e la Dr.ssa Tiziana Mesiano, Responsabile dell’Ambulatorio Parkinson dell’ULSS 5: quasi un centinaio gli ospiti che hanno preso parte al confronto con gli specialisti per affrontare aspetti pratici della malattia legati alla quotidianità su temi quali terapia, movimento, lavoro ma anche vacanze e hobby.
Con il Parkinson vietato chiudersi in se stessi!
Non rinunciare ad una vacanza, non chiudersi in casa, riscoprire la passione per la pittura o per il giardinaggio. Anche questo è il Parkinson, come è emerso dalle tante le voci dei quasi cento ospiti, tra malati, famigliari, caregiver provenienti da Chiampo, Arzignano, Valdagno e Vicenza. Tra i temi affrontati l’importanza di seguire la terapia farmacologica correttamente nelle dosi e negli orari, indicazioni fondamentali quando da questo dipende il controllo dei sintomi tipici del Parkinson, quali tremore, rigidità, rallentamenti motori; o di eseguire regolarmente attività motoria-riabilitativa specifica, ma sottolineando anche come una semplice passeggiata giornaliera abbia effetti positivi sul fisico; spazio alle domande sul nuovo farmaco di ZambonPharma così come ai chiarimenti sulla possibilità, in alcuni casi selezionati, di sottoporsi all’intervento di neurostimolazione. Ma anche l’attenzione da porre al momento dell’acquisto del farmaco quando si tratta di scegliere tra generico e brandizzato, ribadendo l’importanza di richiedere sempre lo stesso marchio, anche nel generico.
Il Parkinson non deve essere vissuto come una “condanna”
“Ciò che vogliamo fare presente – sottolineano il dr. Morra e la dr.ssa Mesiano, – è che la diagnosi di Malattia di Parkinson non deve essere considerata come una “condanna”. La malattia può essere gestita e l’aderenza alla terapia consente di mantenere lo stile di vita di ciascuno, gli stessi hobby e le stesse passioni. Ciò che si deve evitare è proprio la chiusura verso il mondo. La cosa importante è alzare le antenne verso i possibili sintomi della malattia che spesso richiede anni prima di essere diagnosticata: spesso un semplice dolore alla spalla, disturbi del sonno o uno stato depressivo possono essere considerati, infatti, campanelli di allarme”.
Con il Parkinson supporto ai malati ma anche ai caregiver
“L’esperienza del Parkinson Cafè, sta crescendo di settimana in settimana ” – afferma Giovanna Mastrotto, Presidente della Fondazione Silvana e Bruno ideatrice del progetto Café – e vediamo che gli incontri bisettimanali al Cafè sono considerati un vero toccasana, per i malati ma soprattutto per i famigliari che li seguono 24 ore al giorno. E proprio per loro stiamo pensando di creare, in futuro, dei gruppi di incontro mediati da uno psicologo che possa aiutare ad alleviare li peso psicologico legato all’assistenza”.
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