Un terzo incontro-confronto tra specialisti e ospiti al Parkinson Cafè decisamente intenso che ha voluto ricordare la #GiornataMondialedelParkinson 2017 che si celebrerà domani 11 aprile. Il tema “Le terapie di secondo livello”, che abbiamo affrontato sabato scorso 8 aprile al Cafè ha toccato corde delicate, argomenti che spesso non si vogliono ascoltare o perché troppo tecnici o perché trattano un aspetto della Malattia cui ancora non si vuole pensare.
Gli specialisti dell’ULSS 8 Berica
Ma l’abilità degli specialisti, la dr.ssa Tiziana Mesiano, Responsabile dell’Ambulatorio del Parkinson dell’Ospedale di Arzignano e il dr. Luigi Bartolomei, Responsabile dell’Unità Operativa di Neurofisiologia medico chirurgica dell’Ospedale di Vicenza, ha saputo accompagnare gli ospiti nella comprensione di quelle terapie cui è possibile ricorrere quando le terapie tradizionali non permettono più di mantenere una qualità di vita soddisfacente.
Cosa sono le Terapie di secondo livello
Grande affluenza come di consueto, a conferma che c’è il desiderio di approfondire anche le tematiche più complesse, se presentate in maniera accessibile.
“Parlare di queste terapie è importante perché – come ha sottolineato la dr.ssa Mesiano – l’80% dei pazienti dopo 10 anni di malattia presenta complicanze nel movimento di entità variabile che possono comportare fluttuazioni motorie da un lato e/o movimenti involontari”.
E’ dunque fondamentale che i malati siano messi a conoscenza delle possibilità che la medicina offre nel trattamento di questa fase della malattia. Tre dunque le terapie affrontate: le Terapie infusionali, che a loro volta si dividono in Apomorfina in infusione sottocutanea e Duodopa in infusione intraduodenale; e la Terapia chirurgica ovvero la Stimolazione cerebrale profonda (DBS) del subtalamo.
Dopo una presentazione dettagliata delle terapie infusionali da parte della Dr.ssa Mesiano il dr. Bartolomei è entrato ne merito della terapia chirurgica che abitualmente svolge all’Ospedale di Vicenza. Entrambi hanno spiegato quando sono indicate, a quale tipo di paziente si adattano e i possibili effetti collaterali.
Il Parkinson Cafè, uno spazio per la condivisione
Le domande dal pubblico e soprattutto le testimonianze di chi già vi ha fatto ricorso hanno contribuito a chiarire dubbi e perplessità. “Ancora una volta abbiamo avuto conferma del ruolo positivo del nostro spazio – racconta Giovanna Mastrotto, Presidente della Fondazione Silvana e Bruno -. Non soltanto nel permetterci di veicolare messaggi ed informazioni che altrimenti i malati faticherebbero a reperire, ma soprattutto favorendo il confronto. Poter ascoltare l’esperienza di un altro malato con una terapia sia essa farmacologica o invasiva oppure chiarire i dubbi e i timori in tempo reale con il medico sono aspetti non secondari per i nostri ospiti.
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