LA RICARICA DEL VOLONTARIO
Fare il volontario riempie il cuore, l’anima… e le giornate. La relazione con le persone dà la carica, si ha la percezione netta che quel gesto, quella parola o quel silenzio nell’ascolto hanno un senso e possono fare la differenza. Essere volontario al #ParkinsonCafè è tutto questo. Ma anche il gruppo, per quanto affiatato e coeso, ha bisogno di una ricarica e di confrontarsi periodicamente.
Quest’anno si è scelta una mèta che potesse favorire questa raccolta di pensieri, il borgo di San Giorgio a Valpolicella e la sua bellissima pieve romanica. Una giornata insieme per confrontarsi su nuove idee e modalità sempre più efficaci per accogliere gli ospiti del Parkinson Cafè al meglio.
Essere volontari al nostro Parkinson Cafè significa entrare in sintonia con gli ospiti: adattarsi ai loro tempi, al loro spirito, al loro umore. Ma al contempo serve quella marcia in più per coinvolgere e fare in modo che la persona che si avvicina al nostro spazio si senta a suo agio in un ambiente positivo. Ecco, positività è la parola con cui amiamo sintetizzare il nostro fare. Conosciamo i problemi di ciascuno. Sappiamo che non è facile accettare la malattia e conviverci. Ma chi varca la porta del Parkinson Cafè deve sapere che qui trova persone con cui parlare la stessa lingua, con cui sfogarsi e con le quali intrattenersi. Fare il volontario richiede tempo e voglia di mettersi in gioco. Ma ciò che si riceve in cambio è infinitamente più grande.
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