Dal Parkinson energia e creatività inaspettate!
Si può vedere il lato positivo di una malattia? É possibile scoprire di aver sì perso qualche abilità ma di averne acquisite delle altre proprio in virtù di quella stessa malattia? O ancora può l’arte nelle sue meravigliose espressioni aiutare il malato di Parkinson a mantenersi attivo dal punto di vista cerebrale? Ebbene sì, lo dicono numerosi studi scientifici che dimostrano che musica e arte ovvero come suonare uno strumento o cimentarsi in un dipinto con tavolozza e colori contribuisce alla plasticità cerebrale. L’obiettivo è stimolare il cervello e abituarlo a cimentarsi nell’arte e lavorare in gruppo divertendosi.
Nel nostro spazio al Parkinson Cafè abbiamo avuto il piacere di avere tra gli ospiti un “artista” per caso o meglio un artista grazie al Parkinson. Valter Zerbato, ospite sin dall’apertura. Persona eclettica e con uno spirito di iniziativa fuori dal comune Valter ha saputo da subito affrontare la malattia con un approccio positivo e attivo. Approccio che l’ha portato a sperimentare la pittura e a continuare la sua passione per la musica nel complesso “The players”.
Vista la sua esperienza positiva con l’arte ha deciso di rendersi disponibile per condividere questa passione anche con gli ospiti del Parkinson Cafè. Detto fatto e il corso è partito. Paolo, Marco e Giovanni sono gli ospiti che hanno accolto l’invito cui se ne aggiungeranno altri e che vede anche di Anna Maria ed Emma, volontarie che hanno deciso di “sfruttare” questa opportunità e unirsi all’esperienza.
La pittura come preteso per stare insieme
“Abbiamo iniziato con la riproduzione della rosa cromatica, passaggio che richiede attenzione e concentrazione – spiega Valter -. Poi passeremo alla riproduzione vera e propria di dipinti famosi dai Girasoli di Van Gogh ai Tramonti di Edward Hopper. Ciascuno riprodurrà un dipinto diverso dal compagno di corso perchè l’obiettivo è che non ci sia competizione, ci si deve esprimere liberamente senza timore del risultato. La cosa bella e positiva è che queste sessioni di pittura sono il pretesto per stare insieme, per chiacchierare del più e del meno e anche di come ci si sente. Le due ore volano ed è già il momento di ripulire pennelli e togliere il camice“.
I ricercatori hanno ottenuto diverse e convincenti prove che la creatività nel Morbo di Parkinson sia legata ai farmaci utilizzati per trattare la malattia.
Ciò sarebbe una ulteriore conferma del fatto che la creatività dipenda, almeno in parte, dal cosiddetto “circuito della dopamina”.
Io ne sono la prova vivente! Non ho mai dipinto prima, ma dopo l’arrivo di “Parki”, nella mia mente si è scatenata la biochimica della creatività!
É sempre un piacere accogliere iniziative che possono contribuire a fare stare bene gli ospiti. Fa parte della missione del Parkinson Café e in questo caso è frutto dello spirito positivo e contagioso di Valter Zerbato, un ospite di vecchia data, che con il suo buonumore e la sua carica può dare un contributo ad alleviare il pensiero della malattia.
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