IL PARKINSON CAFE’, UN LUOGO IRRINUNCIABILE PER GLI OSPITI
Incontriamo Giampietro Zorzi al Parkinson Cafè. Una chiacchierata con il coordinatore degli istruttori che gravitano intorno al Cafè e che rendono possibile l’attività mattutina per quattro giorni la settimana. C’è una crescita costante del numero di malati – ci racconta – e il problema sono i malati latenti che non sanno di esserlo. Certo, un occhio vigile se ne accorge ma è difficile sensibilizzare su un tema così delicato. Quindi se il Parkinson Cafè è oggi un punto di riferimento lo diventerà sempre più, soprattutto per i famigliari.
Il cambiamento negli occhi e nel corpo
Ciò che colpisce è la costanza degli ospiti. Coloro che fanno il salto e decidono di entrare, sperimentando su se stessi i benefici dell’attività motoria e delle attività che ruotano attorno al Cafè, non perdono mai un appuntamento. Purtroppo però parliamo di persone anche anziane, che cadono, si ammalano e che a volte sono costrette ad un periodo di riposo e questo poi al rientro si nota.
Gli istruttori una risorsa
Tutti gli istruttori – continua Giampietro Zorzi – hanno la preparazione data dall’Università ma hanno anche una naturale predisposizione a seguire le persone anziane. Nel nostro caso è’ fondamentale poter lavorare con un gruppo di persone omogenee. Uno dei problemi di questi malati è, infatti, il sentirsi diversi dagli altri. Il fatto di stare in un gruppo di malati attenua queste differenze li fa stare bene e consente anche uno scambio di stili: c’è l’ospite che preferisce la bici, quello che ama leggere, quello che parla di più. Da qualche tempo si è aggiunta anche una nuova istruttrice, Francesca. Ha una capacità innata di stare con i malati di Parkinson: è dolce, competente e si coccola il suo gruppo. Sta per laurearsi alla facoltà di Scienze motorie con una tesi sui malati di Parkinson e i bisogni motori ad esso correlati e questo è molto importante in quanto dimostra come questo tema sia ormai entrato anche in questo ambito per creare nuove figure professionali. Le proposte per integrare l’offerta di iniziative in ambito motorio possono essere numerose. La camminata va benissimo, meglio ancora il nordic walking che prevede maggiore coordinazione. Anche la dance therapy ha i suoi benefici. E’ anche vero che dobbiamo sempre tenere presente che serve omogeneità nelle abilità in modo tale da consentire a tutti di svolgere l’attività.
Bilancio più che positivo
Sono passati soltanto tre anni da quando il Cafè ha aperto qui ad Arzignano, ma sembrano molti di più. Il bilancio dell’esperienza al Parkinson Cafè è decisamente positivo. Si fa molta attenzione a capire quali sono i bisogni del malato e dei famigliari cercando di sensibilizzare la comunità sul tema della malattia e questo non è così comune.
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